#health4all

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Il 7 aprile 2016 ha avuto luogo la prima giornata europea di azione contro la commercializzazione e la privatizzazione della salute. Quest'anno l'iniziativa viene rilanciata, con azioni decentralizzate in numerosi paesi europei, in difesa di sistemi sanitari pubblici e universalistici.

In tutta Europa sono in atto da diversi anni politiche di austerità tese a colpire i nuclei centrali del welfare e attaccare i beni comuni. Anche la salute e la sanità sono sottoposte ad attacchi e tagli di spesa pubblica che producono e favoriscono diseguaglianze nella tutela e nell’accesso alle cure.

Contemporaneamente viene incentivato l’ingresso in sanità di gruppi privati con un obiettivo chiaro: fare profitto sulla nostra salute.

Noi crediamo, invece, che la politica sanitaria debba basarsi su:

– Centralità della prevenzione e promozione della salute in tutti gli aspetti della vita e del lavoro
– Prestazioni sanitarie utili, necessarie ed efficaci accessibili a tutte e a tutti, senza vincoli di cittadinanza
– Finanziamento basato sulla fiscalità generale 
– Protezione della sanità da logiche di mercato
– Ruolo attivo delle persone nei propri percorsi di cura e nella definizione delle politiche di salute.

Anche in Italia assistiamo a un sistematico definanziamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale: piccoli ospedali e servizi territoriali vengono chiusi, spesso senza un reale coinvolgimento della popolazione; la moltiplicazione di visite ed esami, favorita dal pagamento a prestazione, produce liste d’attesa che rendono difficile ottenere in tempi opportuni le cure realmente utili e non garantiscono l’accesso a migliaia di persone; le condizioni di lavoro di chi opera in ambito sanitario peggiorano.

L’attuale proliferazione di coperture sanitarie assicurative private o mutualistiche – purtroppo inserite anche nei contratti collettivi di lavoro – indebolisce ulteriormente il sistema, creando un situazione a due velocità: un servizio sanitario pubblico “al ribasso” per i meno abbienti (o per chi non ha una sufficiente tutela contrattuale) e una sanità privatizzata differenziata a seconda dei diversi benefit previsti dal ruolo lavorativo o per chi se la può pagare.

Un Servizio Sanitario Nazionale pubblico, come dimostrano tutti gli studi comparativi internazionali, è invece meno caro e tutela tutta la popolazione. A chi conviene privatizzare e commercializzare la salute? Sicuramente all’industria farmaceutica e delle apparecchiature sanitarie, ai grandi gruppi di cliniche e case di riposo private e alle compagnie assicurative, che fanno profitti con i nostri soldi (ticket, compartecipazione alla spesa, rette, premi).

Per contrastare questa deriva noi, e tutte le persone che difendono una sanità pubblica di qualità, solidale, gratuita e universale, lavoriamo per delle politiche alternative: per un finanziamento del sistema adeguato, per la scelta di servizi di cure primarie, per l’attenzione ai determinanti sociali della salute (lavoro, reddito, educazione, ambiente), per i farmaci generici.

Le persone devono poter contare e potere decidere le priorità per tutelare la salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito nel 1948 il 7 aprile come data per celebrare la Giornata Internazionale della Salute.

Noi crediamo che la salute possa essere tutelata innanzitutto fermando la sua mercificazione. Diverse realtà europee si mobiliteranno in quella data per le stesse finalità. Perciò aderiamo all'appello per la mobilitazione il prossimo 7 aprile anche a Torino contro la commercializzazione della salute.


Ore18.00 presso il Centro Studi Sereno Regis.
- Breve presentazione dei libri “SSN SOS dall'Inghilterra” e “La salute disuguale”: Enzo Ferrara (Centro Studi Sereno Regis / Medicina Democratica)
- La difesa del SSN: Domenico Martelli (Medicina Urgenza Osp. Maria Vittoria)
- Difendere il SSN significa costruire un mondo più equo e sostenibile: Jean Louis Aillon – Rete Sostenibilità e Salute (RSS)- MDF
- Pensare la salute e l’accesso alle cure per i migranti. Roberto Beneduce
(Associazione Frantz Fanon)
- Slow Medicine: una medicina sobria, rispettosa e giusta per un SSN sostenibile: Silvana Quadrino – Giorgio Bert (Slow Medicine)
- Ore19.00: Dibattito con la cittadinanza. Cosa possiamo fare per invertire la rotta?
Modera: Rossana Becarelli

Seguirà alle ore 20.00 per le vie del centro
FLASH MOB FIACCOLATA
Marceremo in fiaccolata dal Centro Studi Sereno Regis sino a Piazza Castello dove andremo a costituire un grande “Terzo Paradiso” (M. Pistoletto), una nuova forma di infinito in grado, coniugando i due poli opposti della natura e della tecnica, di aprire la strada ad un nuovo mondo possibile, dove la salute possa essere considerata un bene comune e non una merce!


Sul sito: http://setteaprile.altervista.org/ è possibile seguire la mobilitazione italiana
E' possibile consultare l'evento europeo qui:https://www.facebook.com/events/1873889139515557/
oppure sul sito: http://www.reseau-sante-europe.net/spip.php?article154

 

 

A partire da queste considerazioni abbiamo provato a riflettere sul nostro operato come psicologi e come cittadini provando provando a creare uno spazio di confronto con i colleghi.

Questo è il nostro comunicato

Il 7 Aprile, in tutta Europa, si terrà una mobilitazione europea contro la commercializzazione della salute. Alcuni psicologi del settore pubblico e privato che aderiscono a tale mobilitazione si interrogano e interrogano la propria comunità professionale anche alla luce della recente pubblicazione del Decreto sui nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in Gazzetta che sancisce il diritto dei cittadini all’assistenza psicologica come norma dello Stato che rischia di rimanere una dichiarazione giusta nelle intenzioni ma senza consistenza.

Laddove le politiche professionali sono riuscite a sperimentare forme di collaborazione con i medici si è potuto osservare un incontrovertibile miglioramento della presa in carico delle forme di crisi dei cittadini ed una riduzione della spesa pubblica. Non è forse il tempo di riconoscere che anche noi psicologi possiamo e dobbiamo portare il proprio contributo nell’ambito della salute pubblica? Non dobbiamo forse occuparci anche noi di questo bene comune? Come mai è difficile ritrovarci ai tavoli di sanità pubblica con gli altri operatori della salute, in particolare i medici, per portare il nostro contributo rispetto alla dimensione relazionale e di significato della sofferenza. Crediamo non abbia valore?

La sofferenza che la crisi economica impone ai cittadini e alle istituzioni che dovrebbero farsene carico non può essere affrontata senza uno sguardo scettico verso un paradigma neoliberista che, privatizzando e mercificando la salute mentale, relega sempre più il contributo della nostra comunità professionale nel libero mercato. È così vero che la privatizzazione ha favorito l’assunzione delle giovani generazioni? E se le assunzioni sono avvenute, a quali condizioni si lavora oggi nell’ambito sanitario privato?

Può essere difficile combattere per la salute pubblica, settore da cui ci siamo esclusi come professionisti, relegandoci nella giungla delle cooperative e del privato sociale. Ma in qualità di cittadini salvaguardare il sistema sanitario nazionale è in primis un gesto verso la comunità tutta oltre che verso noi stessi. È auspicabile che la psicologia entri di diritto all’interno di un sistema sanitario universalistico che sia realmente attento ai bisogni della cittadinanza. Quanto costa, oggi, comprarsi un pezzo di salute?

Come professionisti siamo portatori di un sapere realmente utile per tutta la collettività, il nostro lavoro è stato sancito come diritto per chi dovrebbe beneficiarne. Ne siamo consapevoli? Quanto siamo pronti a ribadire l’importanza di adottare una visione olistica dell’uomo, dell’importanza della relazione al di fuori del nostro studio? Quanto vorremmo che tutti possano beneficiare del frutto di quello che sappiamo funzionare e dei nostri strumenti?
L’occasione di questa mobilitazione europea ci offre il pretesto per riflettere su quale direzione di sviluppo il nostro operato quotidiano stia favorendo. La possibilità di riflettere ed incontrarsi per discutere e costruire un fronte comune di lavoro sono le basi per la costruzione di una consapevolezza che non sia solo individuale ma collettiva.

Per info e sottoscrizioni : sportelloconnessioni@gmail.com